Un computer con una pagina di ricerca aperta, ed un logo centrale come una lente, con l'iscrizione "AI search"

Le migliori band di matrimoni. Mi fido di Google e della AI?

Chiedere a Google o Chat GPT quali siano le migliori wedding band della vostra zona (la nostra è la Sicilia) può dare certamente ai futuri sposi una prima indicazione, alcuni nomi rilevanti da attenzionare prima di avviare la fase successiva di selezione.

Gli elenchi reperiti in questo modo, però, hanno tutti i limiti derivanti dai criteri e dagli algoritmi di selezione di questi onnipresenti robot digitali: Verranno privilegiati i gruppi musicali con una presenza storica e radicata sul web, quelli con tanti “backlink” su altri portali o siti di fornitori come wedding planner e catering, quelli con tanti commenti sul proprio canale youtube. Inomma l’intera valutazione fatta da un LLM o da un motore di ricerca è puramente “virtuale”, digital only, legata a doppio filo al mondo di internet, ma non è detto che abbia una rispondenza precisa nel mondo reale.

Imprenditore? No, musicista!

Una parte consistente dei lavoratori del mondo dello spettacolo ha per tanti anni ignorato le potenzialità di marketing e pubblicità offerte da internet ed ha preferito continuare ad affidarsi ai canali pubblicitari consolidati e conosciuti, dal passa-parola alle agenzie specializzate.

Moltissime band si sono poi addentrate (spesso in ritardo) nei meandri del web affidandosi esclusivamente ai grandi portali aggregatori, che hanno il vantaggio di fornire ai musicisti iscritti una piattaforma consolidata e con innumerevoli accessi giornalieri: E’ un modo, legittimo e comprensibile, per delegare ad altri i problemi tecnici del marketing, del SEO (posizionamento sui motori di ricerca) ed ogni altro aspetto tecnico legato alla gestione di uno spazio web, concentrandosi sui soli aspetti musicali, già abbastanza impegnativi: Suonare bene, presentarsi bene, avere un repertorio vasto e tanta esperienza sul campo. Mica poco.

Sfortunatamente, il loro più che comprensibile rifiuto per gli aspetti tecnici e di “imprenditoria digitale” ha determinato una serie di conseguenze spiacevoli tanto per i musicisti che per i loro committenti.

I musicisti hanno investito sui portali ogni loro risorsa dedicata al marketing, delegandogli la gestione di questa pubblicità e l’intera loro presenza sul web, senza alcun minimo controllo sul loro posizionamento nei motori di ricerca e nelle nuovissime ma sempre più rilevanti ricerche che i futuri sposi o potenziali clienti fanno oggi con l’aiuto della AI (LLM come Chat GPT, oppure i “riassunti” fatti dalle AI in cima ai risultati della maggior parte dei browser moderni)

Il grande portalone con l’infinito elenco di gruppi musicali, insomma, ha da un canto sollevato i musicisti dagli oneri della tecnologia, ma dall’altro li ha abbandonati a se stessi, lasciandoli nella pia illusione che la loro presenza su internet sarebbe stata curata nel miglior modo possibile dal portale aggregatore.

Perchè illusione? Semplice, perchè mentre per la grande maggioranza dei gruppi musicali il grande portale è l’unica fonte della loro presenza sul web, e l’unica fonte di autorità nelle classifiche, così non è per i motori di ricerca, con e senza AI, per i quali i portali hanno una importanza certamente grande ma non esclusiva.

Contano i commenti Youtube, conta reddit, contano il sito personale ed i backlink sui siti altrui, e contano gli anni di militanza sul web. Tanti altri parametri oltre a una pura e semplice “vetrina” in casa d’altri.

L’anzianità “digitale” del gruppo

Google e l’AI danno tantissima importanza al numero di anni di presenza del gruppo musicale sul web, con un sito dedicato, un profilo utente sui maggiori portali aggregatori, dei video su un canale youtube.

Naturalmente, questo è un indicatore indiretto di solidità della band e una testimonianza della sua esperienza professionale: Non è, con tutta probabilità, una band improvvisata ed effimera.

D’altro canto, dire che le band con anzianità digitale più alta siano le “migliori” è alquanto impreciso.

Prima di tutto, google potrebbe promuovere e mettere in cima alla lista contenuti youtube di formazioni che non esistono più: Un video può rimanere online anche per decenni dopo lo scioglimento della band.

In secondo luogo, i gruppi musicali con una storica presenza online a volte sono state semplicemente più reattive alle novità tecnologiche ed hanno colto con tempismo le nuove opportunità offerte da una presenza su Internet a costi molto contenuti: Bravi! ma non è affatto detto che questo si traduca in musica migliore.

Del resto, anzianità digitale e anzianità reale della band non sono per niente collegate: Una band può esistere da 15 anni ma avere una propria presenza web da un anno soltanto.

Infine, l’anzianità digitale riguarda in realtà quasi sempre un marchio, un brand, ma raramente un musicista come persona fisica. Viene insomma premiato e messo in cima alla lista un brand storico, anche se i componenti negli anni sono cambiati più volte determinando un cambio di qualità o persino di stile (invisibile ai robot di Google), mentre vengono ignorati i musicisti singoli di cui si compone il gruppo, la loro esperienza e il loro talento musicale reale.

Presenza e qualità

Non saprei dire se sia un bene o un male che Google e Chat GPT (o chi per lui) non si occupino di dare giudizi di valore sui gruppi musicali e la loro musica, ma così è : Per loro la quantità viene prima della qualità, e la storicità della presenza è un valore a prescindere.

Certo, una AI oggi entra nel merito molto più di un tradizionale motore di ricerca o di una antica “directory” internet (come la storica Yahoo): E’ in grado, per esempio, di analizzare il sentiment degli utenti, interpretando un commento lasciato sotto un video youtube come positivo o negativo, e si comporta di conseguenza, penalizzando chi ha tanti commenti negativi e premiando chi invece raccoglie principalmente opinioni positive, spingendolo in alto ai primi posti nei risultati delle ricerche.

Senonchè, ogni proprietario di canale youtube decide della sorte dei commenti negativi sotto i propri video: Qualcuno li lascia, a testimonianza della necessità impellente di una crescita musicale ed artistica, qualcun altro, semplicemente, li toglie, aumentando così artificialmente il proprio “sentiment score”.

In definitiva: Mi fido oppure no?

In definitiva, direi di no. Sia i motori di ricerca tradizionali che quelli “Ai powered” utilizzano dei criteri formali di classificazione che sono ampiamente fuorvianti e non dicono nulla della reale qualità della musica e del servizio offerto.

La nozione di “migliore gruppo” che ha una AI è più o meno, seguendo i punti elencati sino ad ora, quello di : “gruppo con una presenza sul web di almeno 5/10 anni, una frenetica attività di contatti telefonici con altri fornitori per ottenere backlink sui loro siti web, tanti video youtube con tanti commenti positivi presenti e tutti quelli negativi rimossi, un investimento di qualche centinaio di euro per affidare a un professionista il SEO del proprio sito web, e infine una presenza massiccia sui portali aggregatori ottenuta tramite considerevoli esborsi mensili”

Volete ancora affidarvi al parere di Google e dell’AI?

E allora, che fare?

Ho parlato solo di sfuggita in questo articolo dei portali specializzati, che sono oggi una delle principali fonti di informazione e valutazione da parte dei committenti e dei futuri sposi che cerchino un gruppo musicale per un evento o per il proprio matrimonio. Il discorso sarebbe anche in questo caso molto lungo e richiederebbe un articolo ad hoc.

Però è certo che, statisticamente parlando, la prima alternativa alle ricerche di cui abbiamo parlato sino ad ora sono proprio le ricerche sui portali dedicati: Tantissima scelta, risultati aggregati, valutazione di altri clienti che hanno usufruito in passato di quel servizio.

E dunque, questi portali sono LA risposta? Non posso dirvelo in due parole, ci vuole, per l’appunto, un articolo dedicato ai portali dedicati. Mi ci dedicherò. Per il momento sappiate che chi è più in vista in questi portali non è il più bravo nè il più bello: E’ chi ha pagato di più. Sic.

Però vorrei concludere questo articolo con una nota positiva, un valore aggiunto offerto proprio da questi portali, ma anche dall’inossidabile Tubo ( o da Vimeo per i fissati della qualità tecnica), e persino dai siti web personali delle band. Al di là delle parole, delle classifiche, del sentiment ranking e di tutte le diavolerie algoritmiche che ci inventeremo da qui ai prossimi anni, ognuno di questi contenitori digitali ha una insostituibile fonte di conoscenza e di valutazione, che passa dai sensi di occhi e orecchie: I video dei gruppi, quelle fantastiche immagini in movimento accompagnate dai suoni prodotti dagli strumenti e dalla voce del leader che vi forniranno, direttamente dagli speaker del pc o dal JBL GO connesso in bluethooth al vostro smartphone, la miglior testimonianza possibile del grande assente dalle matrici dell’AI: La qualità della musica, e la risonanza con la vostra, assolutamente personale, sensibilità al bello.

Fino a che, naturalmente, Sora 2 e Veo 3.5 vi indurranno a dubitare anche di quelli.

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